22 novembre 2024
Olio: Fruttato, Amaro, Piccante
Frantoio Principe Pignatelli – Sant Eusanio Monteroduni (IS)
Nell’insolita location del frantoio Principe Pignatelli, dallo stile autentico e insieme raffinato, il Consolato territoriale del Molise ha unito le proprie energie con l’Associazione Italiana Sommelier di Isernia per una collaborazione d’eccezione in una serata indimenticabile. L’idea che ci ha riunito è stata quella di creare un’occasione per accrescere la propria conoscenza di un prodotto tanto noto e diffuso, l’olio d’oliva, del quale però non si sa ancora abbastanza perché si possa ritenere pienamente valorizzato. Conosciuto sin dall’antichità come l’oro liquido, considerato ben presto il re della dieta mediterranea per il suo ruolo fondamentale nella piramide alimentare, ad esso vanno attribuite innumerevoli proprietà nutritive e numerosi benefici. Alimento genuino e molto versatile, rappresenta la principale fonte di grassi insaturi. Può essere utilizzato per condire un piatto di pasta, verdure crude o grigliate, secondi di carne o di pesce, zuppe di legumi o cremose, o anche semplicemente accompagnare una fetta di pane. Un buon olio di oliva è l’ingrediente in grado di donare quel tocco in più ad ogni piatto. Ma come fare a riconoscere un buon olio d’oliva di qualità? Come scegliere tra le tante proposte sul mercato? E’ a queste domande che abbiamo provato a dare una risposta con l’aiuto di un relatore di grande eccezione, esperto produttore e professionista agronomo, il dott. Fabio Pietrangeli che ci ha raggiunti dal vicino Abruzzo. Con la sua guida, abbiamo compreso che la capacità di individuare il profilo sensoriale di un olio di oliva non è necessariamente prerogativa esclusiva dei professionisti. Ognuno di noi può educarsi a percepire i principali difetti e i pregi per riconoscere un olio extravergine d’oliva di qualità. Certo, con un buon allenamento si saprà riconoscere meglio le peculiarità di ogni singolo prodotto, derivanti dalla provenienza e dall’intero ciclo produttivo. Intanto i primi assaggi supportati dagli esperti possono risultare utilissimi per imparare a familiarizzare con il caratteristico profilo sensoriale di ogni prodotto e, apprendendo alcune regole basilari, sarà possibile orientarsi tra le molte sfaccettature di un olio evo. Come per il vino, anche per l’olio extravergine d’oliva è possibile riferirsi ad un codice di degustazione che, tramite l’associazione ad altri alimenti, permette di ottenere un linguaggio comune di intesa a tavola. Su questa direzione abbiamo inteso comprendere al meglio gli impieghi più idonei in cucina, secondo la specificità dei prodotti da accompagnare e come complemento di reciproca esaltazione. Per l’analisi sensoriale dell’olio extravergine di oliva abbiamo voluto prediligere le qualità più eccelse che il nostro territorio regionale offre, provenienti maggiormente da monocultivar autoctone molisane o delle zone al confine. Siamo partiti dall’assaggio degli oli più dolci, intendendosi un gusto meno amaro, a quelli più amari, rilevando volta per volta le rispettive indicazioni tattili declinate nelle note più o meno piccanti. Prima di iniziare il dott. Pietrangeli, in un eloquio quanto mai interessante e coinvolgente, ci ha descritto quelle che sono le peculiarità che fanno di un olio extravergine d’oliva un prodotto salutare e dalle molteplici proprietà nutraceutiche. I tempi della raccolta del frutto e la modalità della molitura, da effettuare nei tempi più stretti, sono i fattori che maggiormente possono incidere sul risultato finale. Per preservare al massimo le sue qualità e non alterare il prodotto, diventa fondamentale eseguire un’attenta conservazione che sia scrupolosa di quegli accorgimenti che nel tempo si sono rivelati essenziali per evitare il temibile processo di ossidazione a cui l’olio è particolarmente sensibile per la cospicua presenza dei polifenoli. Fatte queste doverose premesse, la degustazione ha avuto inizio con oli evo di ottima qualità, provati in abbinamento alle verdure crude (primo olio), ai legumi pregevolmente lessati (assaggiati con un cucchiaino di olio delle ultime tre varietà che sono più intense), alla patata bollita (provata in abbinamento per contrasto con l’olio giudicato più amaro) e al pane e alla focaccia per una combinazione sempre vincente. Per poter rilevare in modo corretto le principali caratteristiche, ciascuno ha eseguito la tecnica di assaggio consigliata: osservare visivamente le caratteristiche cromatiche; scaldare il bicchierino con il palmo della mano per esalare e liberare le componenti aromatiche; annusare il prodotto per riconoscere le varie sensazioni aromatiche; assaggiare assumendo un ridotto quantitativo di olio in bocca, aspirare aria e vaporizzarla nel cavo orale per sprigionare l’aroma. La scoperta degli aromi e la capacità di associarli al gusto in accordo con la nostra memoria sensoriale, permetterà di sperimentare i migliori abbinamenti.
Il primo olio evo preso in esame è l’AURINA dell’Azienda Pignatelli. Colore limpido ben filtrato, della tonalità giallo- verde. Si precisa che il colore non influenza la degustazione. Sapore fruttato, piccante in gola, fluido in bocca.
Il secondo olio in degustazione è il Gentile di Larino. Meno limpido, di colore giallo paglierino. Piccante in gola ma risulta molto ben equilibrato.
Il terzo olio è un bland a prevalenza Peranzana. Si presenta poco amaro e poco fruttato. In bocca più viscoso.
Il quarto presentato è l’olio Sperone di Gallo dell’azienda Pignatelli. Colore limpido, intenso verde. Gusto piccante intenso. Particolarmente adatto ad accompagnare i legumi, piatti strutturati che diremmo importanti.
Il quinto è Paesana nera dell’Azienda Pignatelli. Colore spiccatamente verde. Fruttato più intenso. Equilibrato perfettamente tra amaro e piccante, con un retrogusto unanimamente buono.
Il sesto è un bland della selezione Mastrangelo, con presenza della cultivar Coratina. Olio molto più piccante degli altri finora assaggiati. Si presenta meno filtrato per una denotazione naturale. Olfatto intenso con note vegetali. Possiede un’intensità di amaro accentuata e decisa, che lo rende pregevole e pregiato insieme.
L’ultimo nell’ordine a seguire è l’ Aurina di Colletorto. Colore deciso. Anche la degustazione risulta decisa. Fruttato intenso. Amaro altrettanto intenso e decisissimo.
Fatta la degustazione, abbiamo proseguito la cena come da menu. Lo chef Adriano Cozzolino ha preparato squisite prelibatezze, tra le quali è stata particolarmente apprezzata la “polenta e caurigl”, vale a dire la polenta verde tipica dell’area venafrana che deve il suo colore ed il suo nome ad una qualità di cavoli piccoli e tenerissimi, dalle particolari foglie affusolate, appunto i “caurigl”. Molto buono anche il baccalà alla M’ntanara, servito in abbondante olio evo. Come si può notare, sono tutti piatti tipici della tradizione, eseguiti in modo semplice per apprezzare al meglio la qualità dell’olio. Eppure proprio la loro semplicità ci ha permesso di giudicare positivamente la perfetta esecuzione di ciascuna portata e il gusto pienamente valorizzato di tutti gli ingredienti. Perché l’olio, anche solo messo a crudo sulla pietanza, è di fatto parte integrante di un tutto che è costituito dal piatto pronto. Lo può modificare, esaltare, accompagnare e persino cambiare. Per questo, nella cucina di un gourmet, non deve mancare mai l’olio di altissima qualità nelle tre varietà lieve, medio e intenso, a seconda del risultato finale che si vuol ottenere.
I vini selezionati per la cena sono tutti di provenienza dalla Cantina Campi Valerio, cantina molisana della provincia di Isernia che ha scommesso e puntato molto sulle qualità del territorio. Lo spumante metodo classico 2012 per un brindisi di aperitivo, mentre ha accompagnato molto bene tutta la cena l’ottima Fannia Falanghina del Molise Doc 2023. Anche in questo caso la nostra degustazione è stata guidata dalla console nazionale Giovanna Di Pietro con raffinata esperienza e buon gusto.