25 gennaio 2025
Conviviale “Rosso di Treviso e calici marchigiani: un abbraccio di gusto”
Un brindisi rosato ha dato il via al nostro primo incontro dell’anno sociale, suggellando l’unione tra due terre, il Veneto e le Marche, attraverso il linguaggio del vino. Tradizione e innovazione si sono fuse in un calice, aprendo la strada a un viaggio sensoriale tra storia, sapori e passione.
Il Ristorante Alla Crosarona di Scorzè (VE) ha accolto i commensali con eleganza, trasformando la sala in una mappa del gusto. I tavoli portavano il nome di luoghi simbolici delle due regioni, evocando immagini e suggestioni:
LAGUNA – L’incontro perfetto tra terra e acqua, simbolo di equilibrio e armonia.
ADRIATICO – L’orizzonte senza fine del mare marchigiano, intriso di salsedine e vento.
CONTRASTI – Il gioco di opposti che seduce: l’amaro raffinato del radicchio di Treviso che si intreccia con le dolcezze inattese dei vini marchigiani.
COLLINE – Veneto e Marche unite dalla lentezza della terra, dove il tempo si ferma tra filari e campi dorati.
FORZA – Quella necessaria per coltivare la terra, per trasformare fatica e dedizione in eccellenza.
PASSIONE – Il filo rosso che lega il radicchio trevigiano ai calici marchigiani, in un incontro di carattere e autenticità.
La Console ha aperto la giornata con un sentito ringraziamento ai Confrères, ai numerosi giovani e agli amici presenti, riservando un saluto speciale alla Congrega dei Radici e Fasioi, rappresentata dal Gran Maestro Enrico Miozzo, e ai tanti ospiti: Maurizio Mazzarella (delegato nazionale ONAF), Giuliano e Mirella Lunardon (un gradito ritorno) e al Console Nazionale Valentino Trentin, sempre al fianco del Consolato del Veneto. A seguire, la presentazione degli ospiti d’onore: per il Consorzio Vignaioli delle Marche, la Direttrice Ilaria Ippoliti, Caterina Chiacchiarini, figlia d’arte della Cantina Sartarelli e il produttore Federico Pesaresi della Cantina Varà Pesaresi. Ognuno ha raccontato il proprio vino, svelandone anima e segreti. Accanto a loro, Federico Nadaletto, esperto di radicchio e asparagi, introdotto dal socio Giancarlo Favaretto. Il primo calice dell’anno: un rosé che incanta
Per aprire l’anno conviviale, la scelta non poteva che ricadere su un Rosé. Lo Spumante “Aurora di Mezzanotte” IGT Extra Brut della Cantina Mezzanotte, ottenuto da Lacrima di Morro d’Alba con Metodo Charmat, ha incantato i presenti con profumi di rosa, lampone e fragoline di bosco. Un calice fresco e fragrante, perfetto con gli amuse-bouche a tema radicchio: fritto croccante, su bruschette con Asiago e nei delicati vol-au-vent.
La Direttrice del Consorzio ha raccontato il perché di questa scelta innovativa: spumantizzare il Lacrima di Morro d’Alba, un vitigno marchigiano dal carattere deciso, per offrirgli una nuova veste senza snaturarne l’identità. Il risultato? Un rosé sorprendente, che gioca con la freschezza e l’intensità aromatica.
Eleganza e attesa: il Metodo Classico Broccanera
A seguire, un vino che è tempo liquido: il Metodo Classico Broccanera Extra Brut Dosaggio Zero, Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC. Sei anni di pazienza – dalla vendemmia manuale del 2018 alla sboccatura del 2024 – per ottenere un vino che è essenza di dedizione e savoir-faire. Nel bicchiere, il perlage fine e persistente si accompagna a note di crosta di pane, erbe aromatiche e mandorla tostata. In abbinamento, piatti che esaltano la territorialità: carpaccio di manzo con stracciatella e radicchio al balsamico, e un tortino di radicchio con guanciale croccante e fonduta di Morlacco.
Vino e memoria: la storia del Balciana
A volte, un vino è molto più di un’etichetta. È il racconto di una famiglia, di una scelta di vita. È il caso del Balciana, il gioiello della Cantina Sartarelli, nato dal coraggio del nonno di Caterina Chiacchiarini, che abbandonò un lavoro sicuro per inseguire il sogno della viticoltura e l’amore della sua vita. Prodotto solo nelle annate d’eccellenza, il Balciana è un Verdicchio dai riflessi dorati, in cui miele, fiori bianchi, fieno e frutta matura si intrecciano in un bouquet avvolgente. La struttura è importante, ma la freschezza lo rende vibrante, il finale lungo e minerale richiama la brezza marina della sua terra. L’abbinamento? Un piatto di risotto con le secoe, perfetta sintesi tra Veneto e Marche, dove il radicchio tardivo di Treviso IGP si lega alla sapidità del Verdicchio in un equilibrio impeccabile.
La forza del Montepulciano: Erto Rosso Conero DOP
Dopo l’eleganza del Verdicchio, arriva la potenza del Montepulciano in purezza con Erto Rosso Conero DOP 2020, della Casa Vinicola Pesaresi. Un vino che non racconta solo il territorio marchigiano, ma lo incarna con la sua anima decisa. Nel bicchiere, un rosso profondo, quasi impenetrabile, che sprigiona note di mora, marasca, spezie, tabacco e cacao, con un finale lungo e vellutato. L’abbinamento con il filetto di maiale in crosta di erbette, patate al forno e radicchio grigliato ha esaltato la sua struttura, ma la sorpresa è arrivata nel confronto con il pesce azzurro, rivelandone la versatilità. Federico Pesaresi ha condiviso con entusiasmo la filosofia della sua azienda: vendemmia manuale, cura meticolosa della vite e un’attenzione quasi maniacale all’equilibrio tra terroir e tecnica. Ogni sorso di Erto è una dichiarazione d’amore per la terra.
L’oro liquido: Sartarelli Passito
A chiudere la sfilata, un vino che è dolcezza e attesa, il Sartarelli Passito (Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC). Nel calice, riflessi ambrati e profumi di frutta candita, miele, spezie e liquirizia. Il sorso è avvolgente, con una tensione che bilancia perfettamente la dolcezza. Accompagnato dalla biscotteria veneziana del Ristorante Alla Crosarona, ha regalato l’ultimo, indimenticabile abbraccio di gusto tra Veneto e Marche.
Durante la giornata, Federico Nadaletto, agrotecnico specializzato in orticoltura, ci ha guidati alla scoperta del radicchio, svelandone storia, caratteristiche e peculiarità.
Il radicchio rosso di Treviso, capostipite botanico di tutti i radicchi veneti, affonda le sue origini in Asia, ma la sua prima coltivazione documentata risale all’opera di Francesco Van den Borre, agronomo belga trasferitosi a nord di Venezia. Fu lui a introdurre la tecnica della forzatura o imbianchimento, trasformando questo ortaggio in un prodotto unico.
Da questa varietà originaria sono nate diverse tipologie oggi diffuse in Veneto: il radicchio precoce (o spadone), che non necessita di forzatura, il tondo di Chioggia, il rosso di Verona e il variegato di Castelfranco (o di Maserà). Ciascuno di questi ecotipi si è adattato nel tempo alle specifiche condizioni pedoclimatiche della regione, grazie alla selezione e alla cura dei contadini. Rustico per natura, il radicchio non richiede particolari cure colturali e raggiunge la sua massima espressione di sapore dopo le prime gelate invernali.
Il radicchio rosso di Treviso tardivo IGP, primo ortaggio in Europa a ottenere l’Indicazione Geografica Protetta nel 1996, è un’eccellenza che si distingue per un processo di lavorazione meticoloso. Dopo la raccolta, non è immediatamente pronto al consumo: deve affrontare la forzatura, che prevede l’immersione in acqua corrente di risorgiva per circa venti giorni. Grazie a una temperatura costante tra i 12 e i 14 gradi, la pianta riprende la crescita, sviluppando nuove radici e accumulando zuccheri, fino a rivelare il suo caratteristico cuore rosso e bianco.
Il Veneto è una terra naturalmente vocata a questa coltura, grazie alla ricchezza d’acqua offerta dai suoi tre grandi fiumi di risorgiva: il Sile, lo Zero e il Dese. Qui si coltivano circa 12.000 ettari di radicchio, con il rosso di Chioggia come varietà predominante. Il radicchio rosso di Treviso tardivo IGP, invece, occupa solo 1.500 ettari, poiché il suo processo di produzione è più lungo e complesso, richiedendo raccolta, forzatura, lavorazione e toelettatura, il tutto in pieno inverno.
Versatile in cucina, il radicchio si presta a molteplici interpretazioni: oltre a essere consumato crudo, è perfetto per contorni, sughi, risotti, piatti di pasta e persino dolci. Per chi desidera approfondire, il sito del Consorzio del Radicchio di Treviso IGP offre numerose ricette e spunti gastronomici.
Questa conviviale è stata un incontro che ha lasciato nel cuore – e nel palato – la voglia di continuare a scoprire.
Per una descrizione più dettagliata di vini e piatti si invita a visionare su Facebook:
1 Lacrima di Morro d’Alba – Cantina Mezzanotte
2 Lacrima di Morro d’Alba – Cantina Mezzanotte
Metodo Classico Broccanera Extra Brut Dosaggio Zero
Metodo Classico Broccanera Extra Brut Dosaggio Zero
Risotto con le Secoe – riferimenti storici
Balciana – Cantina Sartarelli
Erto Rosso Conero Varà Pesaresi
Sartarelli Passito (Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Passito)
Il Radicchio rosso di Treviso IGP